Cos’è il Morbo di Parkinson?
Il morbo di Parkinson, o malattia di Parkinson, è una patologia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale.
Il morbo si Parkinson è principalmente correlato alla degenerazione di cellule nervose situate in una zona profonda del cervello che producono dopamina (neurotrasmettitore) responsabile dell’attivazione di circuiti che controllano i movimenti e l’equilibrio.
Il morbo di Parkinson è una malattia cronica, cioè che persiste per un lungo periodo di tempo e progressiva, ossia che si aggrava con il tempo.
Non è contagioso sebbene alcuni casi di morbo di Parkinson sembrino essere ereditari, pochi possono essere attribuiti a specifiche mutazioni genetiche, mentre la maggior parte dei casi sono sporadici e la malattia non sembra trasmettersi in famiglia.
Cause:
Le cause della malattia di Parkinson non sono del tutto note. Ciò che è certo, però, è che si tratta di una patologia di origine multifattoriale, nella quale componenti ambientali e genetiche interagiscono.
Possibili cause, quindi, sono da riscontrare nella mutazione di specifici geni (circa nel 20% dei casi, infatti, il Parkinson insorge in pazienti con una storia familiare positiva per la malattia), lesioni cerebrali, infezioni, l’esposizione a sostanze tossiche come idrocarburi solventi e pesticidi, e metalli pesanti (ferro, zinco, rame).
Sintomi:
Una caratteristica del morbo di Parkinson è l’elevato numero di sintomi, motori e non, responsabili di invalidità significativa e di importanti ripercussioni sulla qualità di vita degli individui colpiti dalla malattia.
Il dato curioso è che probabilmente la malattia si sviluppa anche qualche anno prima (fino a 5 anni, secondo alcuni studi) della comparsa di sintomi che mettono la persona in allarme, facendole sospettare che nel suo corpo stia accadendo qualcosa che non va. In particolare, i sintomi motori tipici del morbo di Parkinson compaiono dopo i sintomi non motori: è stato osservato, infatti, che la neurodegenerazione dei neuroni dopaminergici nigro-striatali è preceduta da variazioni neuropatologiche extranigrali.
Tra i sintomi associati alla malattia di Parkinson indichiamo:
- tremore a riposo;
- rigidità;
- bradicinesia (lentezza dei movimenti automatici);
- instabilità posturale (perdita di equilibrio, che può poi manifestarsi in andatura impacciata e postura curva);
- depressione;
- lentezza nel parlare.
Diagnosi e cura:
La diagnosi della malattia di Parkinson non si basa solo sull’esame clinico, ma si fonda anche sulla storia clinica e familiare del paziente, oltre che sulla valutazione di sintomi e segni neurologici. Gli esami strumentali, quali la Risonanza magnetica nucleare ad alto campo, la SPECT DATscan, la PET cerebrale e la scintigrafia del miocardio servono da supporto, talvolta indispensabile, alla diagnosi clinica. Sarà il neurologo a decidere se e quali esami il paziente dovrà eseguire per il completamento della diagnosi.
Non esiste una cura per la malattia di Parkinson, ma il trattamento farmacologico, la chirurgia e la gestione multidisciplinare sono in grado di fornire sollievo ai sintomi. I farmaci principalmente utilizzati per il trattamento della patologia sono la levodopa (di solito in combinazione con un inibitore della dopa-decarbossilasi e un inibitore delle COMT), gli agonisti della dopamina e gli inibitori MAO-B (Inibitore della monoamino ossidasi).
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