Cos’è l’attacco ischemico transitorio:
L’attacco ischemico transitorio, chiamato più semplicemente TIA, è un deficit neurologico temporaneo e reversibile, causato da una riduzione transitoria del flusso di sangue al cervello.
Il TIA è molto simile, per cause, sintomi e segni, all’ictus di tipo ischemico, con la sola differenza che il deficit neurologico non è permanente (come nell’ictus) ma transitorio e reversibile.
Il TIA ha generalmente un decorso breve; i sintomi permangono solo pochi minuti o ore e si risolvono spontaneamente e completamente entro 24 ore. Ciò non vuol dire, però, che sia una condizione da considerare con superficialità. Infatti, il TIA potrebbe costituire un campanello d’allarme per un ictus imminente e, per questo motivo, offrire l’opportunità di prendere tutte le misure necessarie a prevenirlo; circa 1 persona su 3 dopo pochi giorni da un attacco ischemico transitorio è colpita da un ictus. Al sopraggiungere dei sintomi tipici, pertanto, bisogna richiedere assistenza medica immediata.
Cause:
La malattia deriva da un’alterazione del flusso sanguigno che porta ossigeno e nutrimento al cervello. Generalmente le cause sono due: il TIA può essere determinato da un coagulo in un vaso sanguigno, solitamente un’arteria, che fornisce sangue al cervello. Il coagulo può anche formarsi altrove, a livello del cuore ad esempio, e muoversi nel sistema sanguigno fino al cervello. Allo stesso modo, il passaggio del sangue può essere bloccato da un restringimento dei vasi sanguigni provocato dall’accumulo di grassi (colesterolo) sulle pareti delle arterie che riducono il flusso oppure favoriscono la formazione di coaguli.
La formazione di coaguli e l’insorgenza di placche aterosclerotiche possono manifestarsi come conseguenze determinate da specifici fattori di rischio, che possono essere distinti in fattori di rischio modificabili quali:
- ipertensione arteriosa;
- cardiopatie;
- diabete;
- sovrappeso e obesità;
- fumo e fumo passivo;
- abuso di alcol e abuso di sostanze stupefacenti quali cocaina oppure metanfetamine.
Ci sono poi fattori di rischio non modificabili, fattori sui quali non è possibile intervenire:
- una familiarità con il TIA, l’attacco di cuore e l’ictus;
- l’età maggiore ai 55 – 60 anni;
- il genere, dal momento che il TIA interessa più il genere maschile rispetto a quello femminile;
- l’etnia, perché le popolazioni più interessate sono le africane, le asiatiche e le caraibiche;
- l’anemia falciforme, che può determinare la formazione di agglomerati a ostruzione dei vasi sanguigni.
Sintomi:
Come per l’ictus, i segni ed i disturbi di un attacco ischemico transitorio (TIA) iniziano improvvisamente e riguardano principalmente:
- viso, il volto può essere cadente da un lato, la persona può non essere in grado di sorridere, la bocca o gli occhi potrebbero essere cadenti;
- braccia, la persona con sospetto ictus potrebbe non essere in grado di sollevare entrambe le braccia e mantenerle alzate a causa della debolezza o dell’intorpidimento di un braccio;
- parola, può risultare impastata o confusa oppure, seppure apparentemente sveglia, la persona colpita potrebbe non essere in grado di parlare;
È importante che tutti conoscano i segnali di un TIA soprattutto chi si prende cura di persone fortemente a rischio come, ad esempio, gli anziani, i malati di diabete o le persone ipertese.
Altri segni e disturbi del TIA possono includere:
- completa paralisi di un lato del corpo;
- improvvisa perdita o offuscamento della vista;
- vertigini;
- confusione;
- difficoltà a comprendere la conversazione;
- problemi di equilibrio e coordinazione;
- difficoltà a deglutire (disfagia).
Tuttavia, questi disturbi possono avere anche altre cause.
Diagnosi e cura:
Alla luce della fugacità dei sintomi, il paziente arriva all’attenzione del medico con sintomatologia ormai assente. Tuttavia, sulla base dell’anamnesi e del racconto del paziente, il medico può già porre il sospetto di TIA, che richiede la successiva ospedalizzazione e l’esecuzione di una visita neurologica specialistica per inquadrare al meglio la patologia e impostare la terapia più adeguata.
Lo scopo principale del trattamento indicato dopo un TIA è consiste nella prevenzione di un secondo attacco o di un ictus cerebrale; è innanzitutto fondamentale che il soggetto modifichi il proprio stile di vita, adottandone uno più salutare che preveda:
- abolizione del fumo e del consumo di alcol;
- adozione di una dieta leggera ed equilibrata, con pochi grassi privilegiando quelli vegetali, e ricca di frutta e verdura;
- una regolare pratica di attività fisica.
Dal punto di vista farmacologico si possono prescrivere:
- Antiaggreganti, che rendono il sangue più fluido, evitando che possano formarsi dei trombi a livello delle placche aterosclerotiche;
- Anticoagulanti orali, che agiscono inibendo la produzione dei fattori della coagulazione responsabile della formazione dei coaguli ematici;
- Antiipertensivi;
- Statine per ridurre il colesterolo.
Qualora a livello della carotide sia stata repertata una riduzione del suo calibro di oltre il 70% a causa di una placca aterosclerotica, può essere presa in considerazione l’opzione chirurgica che potrà consistere in:
- endoarteriectomia carotidea;
- angioplastica;
- apposizione di uno stent.
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