Cos’è l’ictus ischemico
L’ictus ischemico è provocato dal mancato apporto di sangue in un’area cerebrale, causato a sua volta dall’ostruzione di un’arteria che porta il sangue a quella parte del cervello. Ciò determina, più o meno lentamente (dipende dalla gravità dell’ictus), la morte del tessuto cerebrale, per mancanza di ossigeno e nutrienti, e la perdita delle capacità motorie (e non solo) connesse all’area di encefalo interessata.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce l’ictus come una perdita di funzione cerebrale a insorgenza rapida, i cui sintomi durano almeno 24 ore e sono attribuibili esclusivamente a cause di natura vascolare.
Cause
L’ictus è causato dalla temporanea interruzione del flusso di sangue al cervello che comporta ischemia (squilibrio tra richiesta di ossigeno da parte del cervello e offerta da parte dei vasi arteriosi). Alla base di questo evento c’è la formazione di una placca aterosclerotica in uno dei vasi che forniscono sangue al cervello, nel 70% dei casi in corrispondenza della biforcazione della carotide.
La placca aterosclerotica è una formazione a carico della parete delle arterie causata dell’accumulo di grassi (in particolare particelle di LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”) e altro materiale presente in circolo. Si forma preferenzialmente nei punti in cui le arterie si dividono nei diversi rami, in questo caso alla biforcazione carotidea, perché in questi punti il flusso diventa turbolento e le particelle contenute nel sangue urtano ripetutamente la parete del vaso e vi aderiscono, dando inizio al processo di accumulo.
Più la placca è grande, più aumenta il rischio di ictus: man mano che la placca si accresce, oltre a restringere il lume del vaso, diventa molto fragile e rischia facilmente di rompersi. Se la placca si rompe, tutto il materiale in essa contenuto entra in circolo e segue il flusso in direzione del cervello; questi frammenti (emboli) si fermano quando trovano un vaso di calibro tanto piccolo da non permettere il loro passaggio e ne causano l’ostruzione. La regione di cervello che non riceve sangue e ossigeno non può funzionare e va progressivamente incontro a perdita delle proprie funzioni e morte.
Sintomi
I sintomi dell’ictus si distinguono sulla base della sede e dell’estensione dell’area del cervello colpita. La loro caratteristica è che insorgono all’improvviso manifestandosi attraverso una brusca difficoltà nel muovere un braccio o una gamba oppure un lato della faccia.
Generalmente, l’ictus colpisce un solo lato del corpo, di solito dalla parte opposta rispetto alla lesione cerebrale. Spesso, insieme a questo evento l’individuo trova difficoltà nel trovare le parole o a capire ciò̀ gli altri gli stanno dicendo. In questo caso le aree compromesse sono quelle del linguaggio e della possibilità̀ di comunicare verbalmente. Altri sintomi sono disturbi improvvisi alla vista di un solo occhio o di entrambi, un mal di testa intenso, l’insorgenza di uno stato confusionale, la perdita di sensibilità̀ e la sensazione improvvisa di senso di vertigine, problemi di deambulazione o di coordinazione.
Gli effetti dello stroke possono limitarsi a questi sintomi iniziali oppure diventare via via più intensi fino ad aggravarsi nel corso di poche ore o giorni. Quindi, una persona potrebbe avvertire dapprima una mano addormentata e poi risentire del torpore al braccio e alla spalla. Nei casi più gravi, si può̀ arrivare addirittura ad avere una perdita di coscienza. Ciò si verifica più spesso nel caso degli ictus emorragici, quando il sangue si ammassa nel cervello esercitando una pressione sui vasi confinanti, estendendosi in un’area più̀ ampia.
Se si identifica uno o più̀ di questi sintomi, è bene recarsi molto velocemente al Pronto Soccorso più vicino.
Conseguenze e complicanze
L’ictus ischemico può determinare diverse complicanze, fra cui:
• denutrizione e disidratazione, a causa di difficile deglutizione;
• polmonite da aspirazione;
• piaghe da decubito e perdita muscolare;
• coaguli nelle vene profonde delle gambe e dell’inguine;
• embolia polmonare, a causa del distacco dei coaguli;
• disturbi del sonno;
• depressione.
Diagnosi e cura
Il medico generalmente è in grado di diagnosticare un ictus ischemico sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo. Solitamente identifica la sede dell’ostruzione basandosi sui sintomi. Per esempio, la debolezza o la paralisi della gamba sinistra suggeriscono l’ostruzione dell’arteria che irrora l’area localizzata nell’emisfero destro, preposta al controllo dei movimenti muscolari della gamba sinistra.
In genere, l’iter diagnostico prevede:
• Esame obiettivo e anamnesi, al fine di valutare i sintomi e i fattori di rischio;
• Esami del sangue e test strumentali (es: TAC, angioTAC, risonanza magnetica, ecografia carotidea ecc.), per risalire alle cause, comprendere il tipo di ictus e rintracciare con precisione l’area di cervello sofferente.
L’ictus è una condizione che necessita di cure ospedaliere immediate; pertanto, la prima cosa da fare in presenza di ictus o sospetto tale è contattare il 118 o recarsi al più vicino ospedale.
In ospedale, i medici cercheranno di definire il tipo di ictus, l’area di cervello coinvolta e la gravità della condizione; una volta stabilite queste caratteristiche, quindi, pianificheranno il trattamento.
Chiarire il tipo di ictus verificatosi sarà fondamentale per la definizione della terapia più appropriata; l’ictus ischemico, infatti, necessita di cure mirate a ripristinare il flusso sanguigno, mentre l’ictus emorragico di trattamenti finalizzati a bloccare l’emorragia cerebrale e ridurre la pressione esercitata sul tessuto cerebrale dal sangue in fuoriuscita.
Per quanto concerne le opzioni terapeutiche, a seconda della gravità dell’ictus presente, i medici potrebbero ricorrere alla farmacologia e/o alla chirurgia.
Lascia un commento