Cos’è il Cheratocono:
Il cheratocono è una malattia degli occhi a carattere degenerativo, non su base infiammatoria, che interessa la cornea (tessuto trasparente che riveste la superficie anteriore dell’occhio e che permette ai raggi luminosi di penetrare all’interno del bulbo facendoli convergere sulla retina). A causa di questo processo degenerativo, la cornea, si assottiglia e si deforma, assumendo una caratteristica forma conica. Di profilo la superficie oculare diventa, quindi, più sporgente. Questi cambiamenti nella forma della cornea provocano progressivi cambiamenti dello stato refrattivo dell’occhio, che generalmente portano alla comparsa di un astigmatismo irregolare, miopia e successivo graduale peggioramento dell’ acuità visiva.
Il cheratocono nella maggior parte dei casi è bilaterale (coinvolge entrambi gli occhi) e sembrerebbe colpire principalmente i soggetti di sesso femminile. La malattia è caratterizzata da un’insorgenza lenta e progressiva, che si manifesta generalmente nella seconda terza decade di vita. Spesso la malattia trova un assestamento intorno ai 40-50 anni; viceversa, in alcuni casi, lo “sfiancamento “ della cornea può essere talmente precoce e rapido da richiedere un trattamento chirurgico anche prima delle terza decade.
Nel cheratocono la cornea si indebolisce e, quindi, inizia a cedere (nei casi più gravi si arriva alla perforazione). Lo strato oculare esterno e trasparente, che si trova in corrispondenza dell’iride, si assottiglia a causa di un processo degenerativo delle fibre collagene. Semplificando si può dire che la cornea in un punto perde la capacità di resistenza meccanica e, a causa della pressione interna dell’occhio, avviene lo sfiancamento (in particolare nella zona centrale o paracentrale).
Cause:
Il cheratocono è dovuto un indebolimento indotto dall’eccessiva elasticità e deformazione delle cornee ammalate: le firme di collagene che formano l’architettura corneale perdono i legami che le tengono unite e tendono progressivamente a scivolare le une sulle altre, aumentando la curvatura e contemporaneamente riducendo lo spessore del tessuto corneale. È una patologia che ha carattere familiare e genetico, pertanto si riscontra una maggiore incidenza in pazienti con parenti già affetti da cheratocono. Predilige gli individui allergici, sia per il riacutizzarsi di cheratocongiuntiviti allergiche, sia per l’abitudine, sbagliata ma meccanica, di strofinarsi gli occhi che prudono con le mani, che può contribuire alla degenerazione del tessuto corneale.
Sintomi:
Nelle fasi iniziali della malattia i primi sintomi che avverte il paziente sono simili a quelli della miopia, ovvero:
- Perita dell’acuità visiva.
- Improvviso peggioramento o annebbiamento della vista.
- Improvvisa comparsa o aumento dell’astigmatismo (astigmatismo irregolare).
- Irritazione e affaticamento agli occhi.
Esistono anche dei sintomi più tardivi che evidenziano l’esistenza di una patologia corneale. In questi casi è consigliabile consultare un oftalmologo di fiducia che, attraverso diversi esami specifici, potrà formulare una diagnosi clinica e valutare la progressione del cheratocono. Questi sintomi possono interessare uno o entrambi gli occhi, perché la malattia si sviluppa spesso in modo asimmetrico:
- Visione offuscata o distorta.
- Aloni e visione doppia.
- Dolore oculare.
- Fotofobia o aumento della sensibilità alla luce intensa.
- Alterazione della brillantezza e trasparenza della cornea.
Diagnosi e cura:
Il sospetto di cheratocono viene individuato durante una visita oculistica specialistica, in seguito all’insorgenza ad esempio di un nuovo astigmatismo prima non presente in un soggetto giovane.
Gli esami diagnostici prescritti sono:
- la pachimetria corneale, un esame per misurare nello specifico lo spessore della cornea;
- la topografia corneale, in cui si proietta sulla cornea alcuni fasci circolari di luce in grado di mapparne la morfolog
Nelle fasi iniziali del cheratocono si fa ricorso all’uso di occhiali correttivi o lenti a contatto per l’astigmatismo che ne consegue.
La progressione della patologia, tuttavia, obbliga il paziente a cambiare frequentemente i supporti, fino alla prescrizione di lenti a contatto semirigide, studiate proprio per adattarsi alla cornea deforme.
Oltre al trattamento conservativo, attualmente si può ricorrere a:
- Cross Linking corneale;
- trapianto di cornea (nei casi particolarmente gravi e molto evoluti).
Il Cross Linking è un intervento conservativo, utile nelle fasi iniziali di cheratocono che presenta carattere di progressione.
Ha l’obiettivo di aumentare la connessione fra le fibre di collagene che formano l’impalcatura proteica della cornea, in modo da contrastare e nella maggior parte dei casi arrestare l’evoluzione della patologia.
Questa procedura si svolge in sala operatoria in anestesia topica, ed ha un recupero post-operatorio di pochi giorni, anche se i suoi risultati si riscontrano dopo vari mesi dal trattamento.
Nei casi avanzati si può intervenire con:
- il trapianto della cornea a tutto spessore, in questo caso si sostituisce l’intera struttura della cornea degenerata negli 8mm centrali, e si restituisce al paziente acuità visiva migliore, andando a sostituire la parte di cornea più ectasica e con ridotta trasparenza;
- la cheratoplastica lamellare anteriore profonda, in cui si rimuove la maggior parte dello stroma corneale e si sutura, alla porzione posteriore lasciata integra, una porzione di cornea prelevata anche in questo caso da un donatore.
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